Cirilla. Un anno fuori dal comune perché….

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….mi ha mostrato mancanze che non pensavo di avere, ma come queste possono essere superate sia con le risorse che porto dentro, sia con la relazione con gli altri. Svolgendo questo servizio in un paese differente dal mio, ho scoperto come sia importante il tempo. Sapersi dare del tempo per sé stessi, per conoscere e cercare di capire persone con una cultura differente dalla mia e saper rispettare il tempo degli altri in questo scambio di conoscenza reciproca. Mi sono trovata a pormi tante domande di fronte a molte situazioni di sofferenza che incontravo e questo mi ha aiutato a non mettermi al centro cercando il perché, ma piuttosto a lavorare insieme per trovare il come reagire. L’incontro quotidiano con bambini di strada che per lo più non parlano la lingua amministrativa del luogo, mi ha mostrato come spesso siano superflue le parole, come spesso, prima di questa esperienza, ho dato più importanza a ciò che mi veniva detto magari distrattamente piuttosto che agli sguardi, ai sorrisi, ai gesti… Sono partita pensando di insegnare molte cose a loro, ma più andavo avanti più mi accorgevo che sono stati loro i miei maestri. Nella loro spontaneità ad aiutarmi a preparare la colazione, come a trasportare scatoloni e, per chi conosce un po’ di francese, a sostenere le lezioni di alfabetizzazione verso i ragazzi più piccoli. Nella vera solidarietà di chi, anche se non ha nulla, condivide arrivando anche a donare a chi è in maggior difficoltà.